Per la maggior parte delle persone procrastinare, a dispetto di quanto si possa pensare, non significa essere pigri. Se ci pensiamo bene infatti, quando procrastiniamo ci ritroviamo poi a dover lavorare il doppio a ridosso delle scadenze. Esattamente l’opposto della pigrizia. Quindi, perché lo facciamo e soprattutto, cosa possiamo fare per smettere di procrastinare?
Come detto sopra, alcune persone affermano di rimandare sempre a domani perché sono pigre e di non sapere come smettere di procrastinare. Altre sostengono di ottenere risultati migliori quando lavorano sotto pressione. Ma se riflettiamo su queste giustificazioni, arriviamo facilmente alla conclusione che tutti coloro abituati a procrastinare non hanno mai portato a termine un compito o un progetto che prevedesse organizzazione, pianificazione e rispetto delle scadenze. Quindi, in realtà, non è possibile fare un confronto sulle circostanze in cui lavorano meglio. Se si procrastina sempre e non si affrontano mai dei compiti in modo sistematico, non si può dire con certezza che si “lavori meglio” sotto pressione.
Perché procrastiniamo?
Molte persone sostengono di amare il brivido e l’adrenalina che si prova nell’arrivare a ridosso di una scadenza da rispettare senza aver ancora terminato il proprio lavoro. Ma di solito lo dicono quando non stanno effettivamente lavorando sotto pressione e hanno quindi rimosso gli aspetti negativi del procrastinare, come ansia, stress e stanchezza. Per non parlare del fatto che rimandare le cose alla fine, aumenta drasticamente le possibilità che qualcosa vada storto e che non si riesca a ottenere il risultato desiderato. Quindi, procrastinare può essere faticoso e sconveniente, eppure lo facciamo lo stesso. Come mai?
Le ragioni psicologiche
La procrastinazione non è solo questione di scarsa capacità di gestione del tempo, ma può essere ricondotta a ragioni psicologiche più complesse. Queste dinamiche sono spesso aggravate dal sistema scolastico, dove gli studenti sono costantemente valutati e la pressione per i voti è molto alta. In realtà, la procrastinazione è spesso una strategia di autoprotezione per gli studenti. Per esempio, se si procrastina, si ha sempre la scusa di non avere avuto “abbastanza tempo” nel caso in cui si fallisca, in modo che le proprie capacità non vengano mai messe in discussione. Quando c’è così tanta pressione per ottenere un buon voto, ad esempio in un compito, non c’è da stupirsi che gli studenti vogliano evitarlo e quindi rimandino il lavoro. Per la maggior parte, le ragioni che ci spingono a rimandare e a evitare sono radicate nella paura e nell’ansia: di fare male, di perdere il controllo, di sembrare stupidi, di veder messa in discussione la propria persona. Evitiamo di lavorare per evitare di essere giudicati. Quindi, cosa possiamo fare per smettere di procrastinare?
1. Consapevolezza – Il primo passo per smettere di rimandare
Innanzitutto, per superare la procrastinazione è necessario comprendere le ragioni per cui si procrastina e il ruolo che la procrastinazione svolge nella propria vita. Non è possibile trovare una soluzione efficace se non si comprende la radice del problema. Come per la maggior parte dei problemi, la consapevolezza e la conoscenza di sé sono le chiavi per la risoluzione. Per molte persone, acquisire la consapevolezza di come la procrastinazione li protegga dalla sensazione di non essere abbastanza capaci, e tenere a mente questa cosa quando sono tentati di ricadere nella procrastinazione, è un metodo molto utile per risolvere il problema. Conoscere le vere ragioni che vi spingono a procrastinare vi aiuterà sicuramente a smettere.
2. Tecniche di gestione del tempo per smettere di procrastinare
Per superare la procrastinazione è sicuramente indispensabile mettere in atto delle tecniche di gestione del tempo efficaci, che però da sole non bastano. Inoltre, non tutti i metodi di gestione del tempo sono ugualmente utili per affrontare la procrastinazione. Ci sono alcune tecniche che funzionano e altre che possono addirittura peggiorarla. Quelle che riducono l’ansia e la paura, enfatizzando invece la soddisfazione personale al raggiungimento di un obiettivo, funzionano meglio. Quelle molto rigide, che enfatizzano l’entità del lavoro e aumentano l’ansia, possono in realtà aumentare anche la procrastinazione ed essere quindi controproducenti. Ad esempio, fare un elenco enorme di “cose da fare” o programmare ogni minuto della giornata può aumentare lo stress e quindi la procrastinazione. Stabilite invece obiettivi ragionevoli, suddividete i compiti più consistenti in piccole parti, concedetevi flessibilità e dedicate del tempo ad attività che vi piacciono come ricompensa per il lavoro svolto.
3. Smettere di procrastinare – Motivazione
Per superare la procrastinazione è fondamentale essere motivati. Il che significa non solo tenere alla buona riuscita di quello specifico compito ma che questo ci susciti anche sentimenti positivi e ci soddisfi. Impegnarsi in un compito per paura di fallire, per non far arrabbiare i genitori, per non sembrare stupidi o per fare meglio degli altri suscita infatti unicamente sentimenti negativi. Ad esempio, se si è preoccupati di non sembrare stupidi, si rischia di evitare di fare domande, di approfondire, di provare nuovi metodi o di correre i rischi necessari per imparare cose nuove e raggiungere nuovi traguardi. Un buon modo per mettere in moto la motivazione è quello di fissare degli obiettivi e concentrarsi su di essi. Identificate e scrivete le vostre ragioni personali e monitorate i vostri progressi, utilizzando una tabella di definizione degli obiettivi. Ricordate di concentrarvi esclusivamente sulle vostre ragioni e sui vostri obiettivi, non su quelli degli altri.
Come mantenere la motivazione?
Un’altra chiave per non procrastinare è quella di impegnarsi attivamente nelle lezioni. Se siete passivi in classe, probabilmente non vi sentite coinvolti e questo indebolisce la vostra motivazione. Inoltre, se non partecipate in maniera attiva, probabilmente non riuscirete a trarre dal corso tutto ciò che potreste. La non comprensione e la confusione non sono coinvolgenti, anzi rischiano di essere noiosi e frustranti. E di sicuro non vogliamo fare cose noiose o frustranti. Per evitare che ciò accada, cercate di capire davvero gli argomenti che studiate, e non di memorizzarli unicamente per superare l’interrogazione o il compito. Provate invece a cercare ciò che più vi interessa nei vostri libri e appunti, stabilite un obiettivo per ogni sessione di studio e ponete a voi stessi e agli altri domande su ciò che state studiando.
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